_OMICIDIO DELLA BARONESSA DI CARINI: 2010, RIAPERTURA DEL CASO
__ Intorno all’inizio di dicembre del 1563 a Carini, in
provincia di Palermo, viene uccisa Donna Laura Lanza e secondo alcune fonti anche il suo amante,
Ludovico Vernagallo. L’omicidio avviene all’interno del Castello baronale, la
sua dimora. Laura Lanza a soli 14 anni era andata in sposa, per volere del
padre, al barone di Carini. La leggenda narra che ad uccidere la Baronessa e l’amante sia
stato il padre, Cesare Lanza, barone di Trabia e conte di Mussomeli. L’omicidio sarebbe avvenuto con il beneplacito del marito
della vittima. Esisterebbero dei documenti nell'archivio della Chiesa Madre di
Carini dai quali risulta che effettivamente Cesare Lanza di Trabia avrebbe
ucciso la figlia. Anche gli atti di morte della Baronessa, e di Ludovico
Vernagallo sarebbe ancora conservato nella stessa chiesa. Il viceré dell’epoca
venendo a conoscenza del duplice delitto inizialmente confiscò i beni a don
Cesare Lanza e al barone di Carini. Poi i due nobili sfruttando le loro
entrature e appellandosi alle leggi in vigore sulla flagranza dell’adulterio,
ottennero il perdono. A distanza di secoli però la vicenda non è stata mai
chiarita, soprattutto il ruolo del marito della vittima nel delitto. Ma anche l'arma del delitto, il movente e addirittura la morte congiunta dell'amante della Baronessa, Ludovico Vernagallo, non sembra assolutamente certa. Nel
marzo 2010, un’equipe dell'ICAA composta da esperti forensi e da investigatori ha
riaperto il caso alla luce delle moderne tecniche di indagine. Il Sindaco di Carini, Dott. Gaetano La Fata ha nel novembre 2009 incaricato il
Comandante della Polizia Locale Marco Venuti di riaprire il caso. Un caso di
omicidio non è mai chiuso finché il colpevole non è stato assicurato alla
giustizia. E il Comandante Venuti ha chiesto aiuto a una delle più
prestigiose organizzazioni attive nell’ambito dei cold cases: l’ICAA
(International Crime Analysis Association) che ha accettato la sfida e che dal
22 al 25 marzo 2010 si è trasferita a Carini con le sue attrezzature forensi. Hanno
partecipato anche degli esperti ICAA statunitensi del Durham Police Department e i profilers della Vidocq Society di Philadelphia. La stanza dove sarebbe avvenuto l’omicidio purtroppo è
situata nell'ala ovest del castello che è attualmente crollata completamente.
Si narra che su una parete vi fosse l'impronta insanguinata della baronessa. Le
moderne tecniche di ricostruzione tridimensionale della scena del crimine
applicate dai tecnici dell’ICAA tentano di sopperire alle modifiche che il
tempo ha provocato nello scenario criminale. Il percorso effettuato dall’assassino all’interno del
Castello è stato ricostruito per cercare verificata la dinamica del delitto. Ma è possibile
gettare una luce su un omicidio vecchio di 500 anni? Noi crediamo che qualcosa in più, rispetto alle fonti storiche, si possa ottenere attraverso la scienza criminologica e le moderne tecniche forensi. Sono stati acquisiti
documenti dell’epoca ed è stata realizzata una ricostruzione computerizzata del
Castello. Dal 22 al 25 marzo 2010 il Castello di Carini si è
trasformato contemporaneamente in un vero e proprio meeting sulle tecniche di
investigazione e le attività effettuate dagli esperti sono state osservate
anche dal pubblico. Durante i giorni interessati all’intervento dei profilers e degli esperti
CSI, sono stati organizzati corsi e seminari sulle moderne tecniche di indagine
scientifica. La leggenda dice che la Baronessa Laura
di Carini sia stata seppellita in una cripta sotterranea sotto la Chiesa Madre di
Carini e precisamente sotto l’altare principale la cui pavimentazione è stata
ristrutturata intorno al 1960, con copertura di quella principale in cui sembra
ci fosse stata una botola che consentiva di accedere alla cripta. Nessuno ha
potuto però confermare la questione. Un team specializzato dell’ICAA sta svolgendo degli
accertamenti riservati all’interno della chiesa per cercare di verificare
l’effettiva esistenza della cripta. Sono stati praticati alcuni piccoli fori
nel pavimento davanti all’altare e sono stati effettuati dei sondaggi per
verificare la presenza di vuoti. Sembra che in effetti sia stata rilevata una
cavità sotterranea con la presenza di flussi d’aria che dovrebbero indicare
delle aperture secondarie. All’interno dei fori sono state poi introdotte delle
sonde a fibra ottica e microtelecamera che mandano immagini su un monitor e
consentono di scoprire quello che c’è sotto. I risultati potrebbero confermare l’esistenza di tombe
sotterranee che nel caso sarebbero aperte per effettuare prelievi di quello che
rimane. I biologi forensi dell’ICAA ritengono che non sia completamente
impossibile anche a distanza di 500 anni tentare un prelievo di resti ossei per
una comparazione del DNA. La leggenda dice infatti che nella stessa cripta
segreta sarebbero stati seppelliti anche i figli della Baronessa di Carini e
che alcuni di loro in realtà non sarebbero figli legittimi del marito della
Baronessa. Il Criminal Investigation Meeting (dal 22-25 marzo 2010)
ha consentito di delineare le strategie investigative che saranno adottate in
questo singolare “cold case” e la determinazione del gruppo di lavoro più
idoneo. L’equipe forense è formata da tutti membri dell’International Crime
Analysis Association, con l’appoggio esterno della Vidocq Society. Nel corso dei quattro giorni di seminari tecnici e di
audizione di esperti di settore sono state individuate diverse “piste
investigative” che potrebbero gettare una nuova luce sull’omicidio e che
portano ad alcuni archivi italiani e spagnoli. L’ipotesi di verificare la
presenza di una cripta sotto l’altare della Chiesa Madre di Carini è inoltre
ritenuta importante per cercare al suo interno il corpo della Baronessa e dei
suo figli. Nel corso del mese di aprile 2010 sono stati analizzati i
documenti disponibili e individuati gli accertamenti necessari. E’ stato anche
attivato un software per l’analisi criminale del caso dove convergono tutte le informazioni attualmente disponibili e che è stato
alimentato dagli elementi emersi nel corso dell’investigazione.
Parallelamente è stata realizzata la ricostruzione 3D del castello e della presunta
scena del crimine e tale strumento analitico è stato impiegato per la
ricostruzione delle possibili dinamiche dell’omicidio. Nel 2011 sono state effettuate ricerche
documentali in alcuni archivi in Italia e in Spagna. L’obiettivo era la ricerca
di nuovi elementi per verificare l’ipotesi investigativa sulla effettiva
uccisione dell’amante della Baronessa Ludovico Vernagallo. Secondo alcune fonti
infatti la morte dell’uomo sarebbe stata in realtà una messa in scena per
giustificare il movente d’onore nel delitto. Nella primavera 2012 viene finalmente consegnato il report investigativo alla Magistratura siciliana per poter finalmente celebrare il processo.
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